La nascita dell'ortopedia come specializzazione chirurgica è da porsi tra la fine del XVIII e il XIX secolo. Nel 1780, sorge in Svizzera, ad Orbe nel cantone di Vaud, il primo istituto destinato alla cura delle deformità nei bambini. Alla Francia, se si volesse tracciare una mappa delle priorità in questo campo, spetta poi, sempre tra XVIII e XIX secolo, la diffusione di istituzioni paramediche, dirette da empirici, cui si affiancano pian piano molti valenti chirurghi. Intorno alla metà del XIX secolo, in Italia a Torino, a Napoli e a Firenze, rispettivamente al 1823, 1838 e 1840 sorgono istituti ortopedici sul tipo di quelli francesi, destinati cioè alla cura delle deformità infantili ma già avviati ad affrancarsi, per la presenza di chirurghi dell'importanza di un Borella, di un Bruni e di un Carbonai, dal metodo arcaico dell'ortopedia, affidato ai soli mezzi meccanici, a quello cosiddetto " cruento " che si avvale dell'opera del chirurgo.
Tali iniziative, tuttavia, espressione in gran parte di chirurghi che si dedicavano anche, ma non ancora esclusivamente, all'ortopedia, terminarono con la morte dei fondatori . Intanto si era ormai evidenziata anzitutto la necessità della separazione dello studio " delle affezioni dell'apparato locomotore ", quella della terapia "cruenta " abbinata ai mezzi correttivi " incruenti " e, infine, la disponibilità di ambienti finalizzati alla sola specializzazione ortopedica.
Venendo all'esperienza fiorentina, il primo istituto ortopedico era nato, come si è accennato, nel 1840 ad opera del Carbonai proprio nel centro della città, in via della Fornace e da qui trasferito poi nella villa di Vacciano nel popolo di san Giusto a Ema nel comune limitrofo di Bagno a Ripoli, dove rimase operativo fino alla morte del Carbonai, avvenuta nel 1855.
Sostenitore della miotonia per la cura delle scoliosi in opposizione a Lorenzo Bruni, l'altro toscano, che aveva fondato l'Istituto ortopedico di Napoli ( 1838 ), il Carbonai eseguiva gli interventi nel suo stabilimento in condizioni ideali per la separazione del settore con la quale si ovviava finalmente al pericolo dei contagi.
Al medesimo Carbonai nel 1841, Leopoldo II di Toscana aveva affidato la cattedra, appositamente istituita, di ortopedia teorico-pratica e di clinica ortopedica, che rappresentava in ordine di tempo il secondo corso ufficiale svolto in Italia in ambiente ospedaliero dopo quello istituito a Napoli da Lorenzo Bruni. Nel 1849, tuttavia la cattedra fu soppressa e Firenze dovette aspettare il 1926 per la ripresa dell'insegnamento ufficiale della disciplina ortopedica grazie al concretizzarsi di una convenzione intercorsa tra L'Istituto Ortopedico Toscano di Villa Santa Margherita e l'Università cittadina.
Dal 1923, infatti, Firenze aveva un nuovo istituto ortopedico che doveva la sua prima origine ( senza connessione alcuna con quello gestito a metà Ottocento dal Carbonai ) da un lascito ereditario del 1916 di Matilde Orvieto - Forti e Alice D'Ancona-Orvieto che aveva consentito l'acquisto di uno stabile in via del Ponte alle Mosse per destinarvi un luogo per la cura delle deformità congenite o provenute da malattie o per invalidità del lavoro o di guerra, in memoria del rispettivo figlio e fratello Gino Orvieto. Per inadeguatezza del luogo si procedette in un breve giro di tempo all'acquisto della sopra menzionata Villa Santa Margherita, sulle propaggini dei colli che circondano la città verso Montici e Gamberaia. Di origine trecentesca e proprietà dei Serristori, la villa era passata nel corso dei secoli ai Brunacci-Mastiani e poi, in ultimo, ai Dufour-Berte.
Aperto nel 1923, sotto la direzione di Piero Palagi e il coordinamento di Leopoldo Giuntini, Athos Alessandri, Filippo Busatti e Rodolfo Gabrielli, l'Istituto aveva iniziato la sua attività con 40 posti letto, cresciuti anzi più che raddoppiati ( 85 ) di lì a pochi anni nel 1925 - 27. L'impegno dei donatori originari si propagò ulteriormente rendendo possibile la realizzazione della sala operatoria grazie alla donazione del prof. Paoletti, del gabinetto radiologico grazie al prof. Ferrari, mentre le cure fisiche furono assicurate dagli apparecchi dell'Ospedale Militare Inglese, funzionante a Firenze negli utimi anni di guerra.
L'ambulatorio ortopedico, ospitato dapprima nella Clinica Chirurgica cittadina del prof. Burci, dal 1925 potè essere trasferito presso il medesimo Istituto. L'inaugurazione ufficiale, come riporta la cronaca cittadina del più diffuso quotidiano del tempo, La Nazione, avvenne il 19 marzo del 1924 alla presenza delle autorità che illustrarono il programma teso ad una " vasta opera di assistenza ".
L'istituto, adattato nella struttura pur nel rispetto dell'originaria architettura dall'ingegner Ugo Giovannozzi, aveva già iniziato a svolgere, all'epoca dell'inaugurazione, la propria attività e in un anno aveva assistito oltre quattrocento ammalati.
Fu per interessamento di Enrico Burci, rettore dell'ateneo fiorentino, che nel 1926 - 27 si stipulò la convenzione, cui si è sopra accennato, per l'insegnamento ufficiale di Clinica Ortopedica nei locali dell'Istituto e con i mezzi di quest'ultimo.
Nel 1933 l'edificio originario fu ampliato di due padiglioni e nel 1940 si aprì un centro per pliomielitici e spastici. Nel 1947 aveva una capacità di 160 posti letto. A partire da quest'anno la direzione era passata ad Oscar Scaglietti e il nome dell'Istituto variato in quello del suo primo illustre direttore Piero Palagi morto il 18 marzo 1947.
Per iniziativa del nuovo direttore si dette impulso alla traumatologia mediante una funzionale riorganizzazione del Pronto Soccorso e nuovi necessari lavori di ampliamento e adattamento, che contemplarono anche la predisposizione di uno spazioso locale come archivio radiografico, fotografico e cinematografico.
Nel 1949 si mise a punto anche una officina ortopedica che realizzasse sul posto apparecchi e protesi necessarie ai malati assistiti nell'Istituto. La creazione del laboratorio di analisi cliniche, del gabinetto di anatomia e istologia patologica e di una palestra per la rieducazione insieme alla biblioteca, all'attrezzatura scientifica, ne fecero a tutti gli effetti un ospedale autonomo. In quest'anno, Scaglietti creò la Scuola di Specializzazione Ortopedica e Traumatologica.
Nel 1950, Scaglietti fondò qui il centro per i tumori delle ossa, che rappresentò la prima realizzazione in Italia di raccolta e studio sistematico di queste neoplasie.
Riguardo al volume dell'opera svolta si può dire che l'afflusso dei degenti era in continua crescita da ogni parte d'Italia.
Nel 1953 venne istituita la cattedra di Ortopedia con l'incarico offerto ad Oscar Scaglietti, quale professore straordinario e poi, nel 1960, di ruolo. Tra il 1948 e il 1962 l'Istituto fu meta di visite e frequentazioni di studiosi da ogni parte del mondo, grazie al progresso del lavoro scientifico promosso dai suoi sanitari.
La ristrettezza dei locali, tuttavia, e la nascita del complesso INAIL ( Istituto NAzionale Infortuni sul Lavoro ) messo a disposizione, dettero l'opportunità ad Oscar Scaglietti, nel 1962, e alla sua scuola, di trasferirsi, trapiantando la scuola ortopedica fiorentina, nata e svilupatasi entro le mura di villa santa Margherita, nella nuova sede del Centro Traumatologico Ortopedico.
Bibliografia
Cinque anni di vita dell'Istituto Ortopedico Toscano Villa Santa Margherita, Firenze 1928
Una nobile iniziativa benefica. L'Istituto Ortopedico Toscano " Villa Santa Margherita ", " La nazione ", 19 marzo 1924, pag. 4
L. Bader, Genesi ed evoluzione dell'ortopedia in Italia dalla chirurgia del Medioevo alla chirurgia ortopedica dei nostri giorni, Padova, 1962
Vita e opere di Oscar Scaglietti, professore onorario clinica ortopedica nell'Università di Firenze, Bologna, 1983