Il Telefio o "Erba della Madonna" o "Erba di
San Giovanni"
Il grande medico naturalista Linneo la chiamò Sedum
telephium, riassumendo con geniale sintesi due delle sue caratteristiche
: nel genere (Sedum) il portamento "stare seduta", nella
specie la sua virtù vulneraria.
Il re Telefo infatti fu curato, secondo la leggenda riferita
da Plinio, di una ferita che non guariva mai alla gamba con una
pianta le cui caratteristiche furono da Linneo ravvisate nella
Nostra.
Fino a non molto tempo fa, mi riferisco alla mia infanzia,
ricorrere a questa pianta per curare processi infiammatori superficiali
era cosa naturale: mi ricordo di essere stato curato da mia madre
di un "giradito" all'età di sette anni e di aver
conosciuto allora la caratteristica più apprisciente dell'azione
della foglia, la macerazione, o come dicevo io la "lessatura"
del dito rimasto a contatto per tutta la notte con il succo della
pianta.
Il patereccio periungueale (giradito) è cosa assai
banale e di comune osservazione; normalmente il medico e soprattutto
il chirurgo lo degnano di poca attenzione nella sua fase iniziale
suggerendo al paziente, peraltro molto preoccupato per il grande
dolore, di fare tutt'al più bagni di acqua salata.
Il paziente allora ricorre al farmacista che cercando nel
suo armamentario lo consiglierà di usare lo steridrolo,
l'ittiolo, o il cerotto dei frati ( una specialità dei
monaci Vallombrosani detto cerotto di Padre Rimbotti). Può
darsi che il processo infiammatorio, sotto l'azione di questi
rimedi revulsivi si estingua ma può anche darsi che invece
stenti oppure peggiori, costringendo il, povero paziente, che
ha già passato alcune notti insonni per il dolore, a tornare
dal suo medico che lo spedirà con richiesta di intervento
dal collega chirurgo, oppure, cosa più frequente al più
vicino Pronto Soccorso.
Dopo un periodo di attesa dei più variabili, il nostro
paziente può essre sottoposto a vari trattamenti, secondo
l'entità e la sede del processo che questa volta può
essre francamente suppurativo. Tutti i procedimenti chirurgici
prevedono interventi cruenti sulla falange che in seguito fanno
ricordare questa affezione soprattutto per le atroci soffrenze.
Purtroppo, non sempre, nonostante le soffrenze la guarigione
è assicurata: alcune volte il processo infiammatorio suppurativo
raggiunge l'osso della falange per cui si può anche porre
l'indicazione all'amputazione della medesima.
Chi scrive ha conosciuto di persona tutti questi casi e sapendo
che poche applicazioni delle foglie dell'"Erba della Madonna"
guariscono senza "spargimento di sangue", senza dolore
e senza complicazioni questa banale affezione, non può
fare a meno di raccomandarne l'uso, direi fino all'abuso, dato
che non esistono controindicazioni, tranne l'allergia che peraltro
si manifesta dopo alcuni giorni di applicazioni.
Il Telefio è stato usato e studiato da molti autori
nel corso dei secoli, l'unico però che ne ha riassunto
e sintetizzato in maniera perfetta e tutt'ora valida le sue caratteristiche
è stato il medico monaco Vallombrosano Fulgenzo
Vitman che nel suo "DE MEDICATIS HERBARUM FACULTATIBUS"
del 1770 così ne descrisse le virtù:
"Ulcera detergit..." (deterge le ulcere):
la foglia privata della cuticola della faccia inferiore, posta
sopra piaghe, ulcere, necrosi cutanee, ne dissolve le parti superficiali
portando in superficie il tessuto di granulazione sottostante.
"... et ad cicatricem perducit ..." ( e le
porta a cicatrizzazione): di modo che l'epitelio proveniente dai
margini dell'ulcera, si può finalmente distendere sul tessuto
di granulazione.
"... tumorum suppurazionem promovet ..."
(favorisce la flogosi suppurativa): favorisce cioè la formazione
degli ascessi. E' infatti questa una notevole proprietà
interessante sia sul piano terapeutico che su quello speculativo;
le foglie scogelate, oppure finemente suddivise della pianta fresca,
messe sopra una zona dove il processo infiammatorio sia appena
abbozzato possono farlo regredire, se la sequenza degli eventi
non ha ancora portato alla formazione del pus oppure possono indurre
un enorme richiamo di leucociti provocando la raccolta di pus
in un tempo sinceramente fuori del normale.
"... et dolores mitigat." (e calma il dolore):
quarta ed ultima virtù che messa insieme alle altre, per
esempio durante il processo infiammatorio, che è sempre
accompagnato da più o meno intenso dolore (ascesso dentario
per esempio), fa capire la ragione della sua coltivazione pressochè
generalizzata in tutte le parti del mondo.